Il mondo invisibile non si è costituito nel corso di una notte. È stato un processo lungo, radicato fin negli anni Sessanta, con il progetto militare americano ARPANET e poi proliferato, reincarnato, moltiplicato fino a generare le realtà virtuali che oggi consideriamo familiari. Sta di fatto che tanto Internet quanto il World Wide Web ad un certo punto, nel corso del decennio che ha saldato i festanti anni Ottanta con i cupi Novanta, hanno presentato il conto e le cose hanno cominciato a sparire.
Come sarebbe stato dall’altra parte? Cosa del mondo che c’è ci si sarebbe portate dietro in quello virtuale? I pronostici erano ottimisti: nulla! Ma alla speranza seguì la rassegnazione, quando fu chiaro come – anche invisibili – certe cose fossero destinate a rimanere. Così fu per il sessismo, e l’imperare del patriarcato. E anche la rete non ne sarebbe stata priva. Dunque, non c’era tempo: serviva riorganizzare il fronte della lotta.
A Bologna, dentro le mura di Orlando, con il sostegno del comune e dell’Unione Europea, si volle pensare a come fare. Nacque così il progetto del Server Donne. Si trattava di agire online e offline. Online il Server Donne offrì servizi come web hosting, mail, social network. Creò inoltre un sistema per pubblicare contenuti (Content Managment System) e un motore di ricerca (Information Retrieval ed un Search Engine) volto a contrastare lo spam pornografico. Offline invece si agì dando alle donne un posto dove incontrarsi con lo scopo specifico di capire qualcosa di più sul mondo virtualizzato attraverso progetti come Portico, Technè, ICT e Sala da Tè Internet. Quest’ultima nacque nel 1996 con l’obiettivo di colmare il gender divide – quindi il dislivello di potere e rappresentazione che riguarda anche il mondo non materiale.
A simili atti concreti, si unirono anche momenti di riflessione teorica: era un modo per cucire insieme le battaglie di sempre con i nuovi scenari. È in questo solco che si inseriscono le esperienze dei convegni sul cyberfemminismo.
Il progetto del Server Donne si è concluso nel 2018, la complessità dell’evoluzione tecnologica ha portato alla scelta di raccogliere l’impianto teorico che l’ha caratterizzato in un nuovo ecosistema digitale di genere women.it, di cui questo sito è parte integrante. Della storia del Server Donne, un po’ in questo un po’ nell’altro mondo, rimangono le tracce negli Archivi di Storia delle Donne. Sopravvivono volantini, report di convegni e l’idea ben chiara che non esisteranno mai spazi in cui sarà possibile dismettere la lotta, purtroppo.