Dalle ricerche portate avanti degli anni precedenti sul movimento delle donne in Emilia-Romagna, l’Archivio di storia delle donne si propone di esplorare altri importanti archivi del movimento a livello locale e nazionale e transnazionale e di divenire luogo di raccolta deposito e riordino del materiale documentario, tessendo reti tra altre realtà archivistiche della regione. In questo tema rientrano il recupero, il riordino e l’inventariazione delle carte dei collettivi bolognesi degli “anni 90” e la loro messa in rete.

A partire dal Novecento, secolo che ha progressivamente assistito all’affermarsi di una soggettività femminile e di un suo ruolo pubblico, si è assistito a una moltiplicazione degli archivi femminili, utili per la costruzione di una memoria al singolare o al plurale. L’Archivio di storia delle donne di Bologna è un tassello di questo percorso. Non è l’unico in Regione, ma è uno spazio che ha subito nel corso del tempo mutazioni: è stato costruito, ragionato, ordinato, spostato e anche occupato. Si è fatto spazio “virtuale”, e sta diventando luogo di “accoglienza” per altre storie e altre memorie che ancora non hanno uno “spazio tutto per loro”. Il progetto si propone di ricostruire e narrare le tracce di questo percorso, capace di restituire anche una memoria dei femminismi contemporanei in Emilia Romagna.

Per farlo intendiamo costruire, grazie alla documentazione d’archivio, una mappa degli spazi del femminismo sul territorio e realizzare una mostra da allestire presso il centro delle donne per restituirne i percorsi: le diverse sedi attraversate dal centro delle donne, un luogo in grado di farsi promotore di un sapere delle donne e per le donne attraverso la relazione con la cittadinanza e gli enti del territorio; le intersecazioni fra l’associazione e i luoghi del movimento femminista antagonista, che arriva a occupare il centro; la nascita dello spazio virtuale del ServerDonne, e dei luoghi ad esso legati come la sala internet istituita sul finire degli anni Novanta.