Chi siamo
“La donna non scrive la propria autobiografia e raramente tiene un diario; di lei rimangono solo una manciata di lettere…”
Cosi scriveva Virginia Woolf in Una stanza tutta per sé…
I documenti conservati nell’Archivio di storia delle donne di Bologna sono anche la dimostrazione che quella storia è cambiata.
Sono passati alcuni decenni da quando, alla fine degli anni Settanta, un piccolo gruppo di donne ha dato inizio all’impresa di realizzare a Bologna “uno spazio pubblico” ed un’istituzione di genere capace di esprimere le forme nuove della soggettività femminile apparse con forza sulla scena internazionale con il neofemminismo. Ad un primo sguardo potrebbe apparire un tempo breve, ma tale non è se consideriamo l’accelerazione del mutamento propria della contemporaneità, le sue discontinuità, l’avvicendarsi rapido delle generazioni.
Alcuni decenni sono tempo lungo anche da un altro punto di vista, quello della durata stessa del luogo che è stato costruito e della continuità dell’impresa. Un tempo tanto più lungo quando si tratta di imprese di donne particolarmente esposte al gioco della visibilità-invisibilità nel discorso pubblico, nella narrazione storica, nelle politiche della memoria.
L’Archivio storico conserva e rende consultabili le carte, le immagini, i documenti sonori prodotti e ricevuti nel corso di questi decenni e consente, in linea con le parole di Elisabeth Cady Stanton di mettere “into a permanent shape” le tracce di una storia e di un movimento che ha segnato profondamente la vicenda contemporanea.
L’Archivio di Storia delle Donne ha ricevuto dalla Sovrintendenza archivistica la notifica di archivio di interesse storico.
L’archivio aderisce al manifesto Rete bolognese archivi del presente.
Responsabile scientifica: Elena Musiani
Content editor: Guido Balzani